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La rivoluzione musicale e culturale di Quincy Delight Jones

Dagli esordi a Seattle all’incontro con Ray Charles

La storia di Quincy Delight Jones Jr. è quella di un genio musicale che ha segnato l’intero Novecento con il suo talento e la sua visione. Nato a Chicago il 14 marzo 1933, Quincy si trasferisce da bambino con la famiglia nei pressi di Seattle. Trascorre un’infanzia difficile, tra la malattia insostenibile di una madre e una povertà che derivava da una discriminazione razzista. 

Radio Nowhere blog: musica

Ma sarà proprio a Chicago, a soli dieci anni, che inizierà la carriera di musicista. Nato nei ghetti di Chicago, dove il jazz e il be-bop rappresentavano una via di fuga dalla povertà e dal razzismo, Jones ha sempre visto la musica come uno strumento di riscatto sociale. Da giovane aspirava a diventare un gangster, ma la musica lo salvò, offrendogli una possibilità di emancipazione. Mentre il padre lavorava in una falegnameria al servizio della mafia locale, il piccolo Jones iniziò a suonare nei locali, sviluppando abilissime capacità nella composizione e arrangiamento musicale. In particolare, si innamora del suono del pianoforte e della tromba. Nei locali notturni incontra un coetaneo cieco destinato a diventare una leggenda: Ray Charles. 

Questo incontro rappresenta l’inizio di un percorso che lo porterà a esplorare ogni sfumatura della musica afroamericana. In quegli anni, Quincy, suonando la tromba, si avvicina al genere musicale del jazz, iniziando a suonare con la band di Lionel Hampton. Con la sua nuova band, dopo una piccola parentesi di studi al Berklee College of Music nel Massachusetts, si trasferisce a New York, costruendo pian piano la sua reputazione, che in pochi anni diventerà internazionale.

Da Parigi a New York: l’inizio di una carriera internazionale

Negli anni Cinquanta, Quincy si trasferisce a Parigi per approfondire i suoi studi musicali. Qui collabora con grandi nomi come Henri Salvador, Charles Aznavour e Jacques Brel, assorbendo influenze musicali europee. Tornato negli Stati Uniti, lavora con artisti del calibro di Frank Sinatra e Barbra Streisand e inizia a comporre colonne sonore per cinema e televisione. La sua versatilità e capacità di mescolare generi diversi lo rendono un protagonista assoluto dell’industria musicale americana.

L’incontro con Michael Jackson

Uno degli incontri più significativi della carriera di Quincy avviene sul set del film musicale The Wiz, dove conosce un giovane Michael Jackson. Da quel momento, Jones diventa il produttore di tre album che segnano la storia della musica pop: Off the Wall (1979), Thriller (1982) e Bad (1987). 

Thriller diventa l’album più venduto di tutti i tempi, con oltre 100 milioni di copie, e trasforma Michael Jackson nella più grande popstar della storia. Grazie alla sua genialità, Quincy Jones riesce a contaminare il pop degli anni Ottanta con le radici della musica afroamericana, creando un sound nuovo e universale. Nel commentare le sue capacità, il pianista jazz Herbie Hancock diceva nel 2001 a PBS che Quincy “non conosce paura”

“Lascia spazio a Dio”: il metodo Quincy

La filosofia musicale di Quincy Jones è racchiusa in una frase che, si dice, campeggiava su un cartello nel suo studio di registrazione: “Leave space for God to walk through the room” (“Lascia spazio a Dio per entrare nella stanza”). Nulla a che fare con la religione, ma voleva solo esprimere un’idea poetica e spirituale dell’arte. Secondo Jones, l’ispirazione autentica arriva quando si lavora con umiltà e passione, senza pensare al successo o ai soldi.

Con questo motto e approccio nei confronti della musica e della vita, la carriera di Quincy Jones attraversa sette decenni e abbraccia una vasta gamma di generi musicali. Questo amore per il jazz lo accompagnò per tutta la vita e lo spinse, nel 1991, ad una collaborazione con Miles Davis nella rivisitazione della sua stessa musica. Da qui, nacque l’album Miles & Quincy Live at Montreux (1993), un tributo alla musica che aveva segnato la loro giovinezza negli anni Cinquanta.

“Check your ego at the door”

Un’altra memorabile citazione che rese Quincy Jones un leader carismatico fu durante la registrazione di We Are the World, nel 1985, il brano benefico a sostegno delle vittime della carestia in Africa. Jones affisse un cartello sulla porta dello studio con la scritta: “Check your ego at the door” (“Lascia il tuo ego fuori dalla porta”). 

Un semplice consiglio, con un pizzico di provocazione, rivolto ai grandi artisti che parteciparono al progetto, ma che voleva portare in alto solo l’obiettivo di creare un clima collaborativo e produttivo, mettendo sempre la musica al primo posto. Non doveva esserci spazio per nessun egoismo, protagonismo e personalismo, in cui molte volte i grandi artisti e geni musicali si lasciano andare.

Con 28 Grammy vinti su 80 nomination, una stella sulla Hollywood Walk of Fame e una carriera che ha ridefinito il ruolo del produttore musicale, Quincy Jones ha lasciato un’eredità immensa. È stato il primo cantautore afroamericano a imporsi nell’industria discografica degli anni Sessanta e ha dimostrato che anche la musica pop può raggiungere livelli altissimi di qualità e originalità. Quincy Jones è morto il 3 novembre 2024 a Los Angeles, all’età di 91 anni, ma la sua musica continuerà a risuonare, ispirando generazioni di artisti e appassionati.


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