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Immagine del redattoreGiorgia Micucci

The Kinslayer- La feroce elegia ispirata dal massacro della Columbine High School

Aggiornamento: 15 ago

24 anni fa, il 20 Aprile del 1999, il mondo assisteva impotente ad uno dei massacri scolastici più sanguinosi della storia.

Eric Harris e Dylan Klebold fecero irruzione nella loro scuola, la Columbine High School a Littleton (Colorado) uccidendo 13 persone e ferendone 24 prima di togliersi la vita.

Le coscienze non poterono fare a meno di scuotersi dopo un episodio così straziante ed efferato, ancora oggi simbolo di ciò che si può nascondere nelle pieghe infette di una mente umana.

E assieme alle anime si mossero gli indici, pronti a puntare convulsi ogni falange verso quell’allevamento di capri espiatori che non riuscivano a comprendere, tra i barriti degli elefanti dietro di loro.

Proprio da parte della musica tanto oltraggiata l’anno seguente nacque un inno intenso e brutale ispirato alla vicenda, senza glorificazione né condanna: l’8 Maggio 2000 il gruppo gothic metal Nightwish, nell’album Wishmaster, presentò The Kinslayer.

Tra citazioni, giochi di parole dall’atroce sincerità e velati riferimenti che trafiggono ferite ancora aperte, il tastierista e autore del gruppo Tuomas Holopainen traccia con mano fermamente tremante una linea sempre più sottile che separa vittime e carnefici regalando un testo straziante e bellissimo.



Il parallelismo tra guerra e religione, tra gli aggressori ritornati come divinità in luoghi dove si sono sentiti umiliati e le vittime inginocchiate per chiedere pietà, le lacrime mai versate sostituite con il sangue, il bisogno di capire senza quello di perdonare vengono descritti con una rabbia lucida ma non totalizzante.

Il testo presenta altresì numerose citazioni attribuibili ai due killer e alle loro vittime, dove viene evidenziato con struggente realismo il dolore esistenziale che pervade l’intera vicenda.

"Non sei un eroe a meno che tu non muoia - La nostra specie si nutre dei feriti"

Dove si fermano le colpe di coloro che aggrediscono per intrecciarsi a quelle dell’ambiente da cui provengono gli aggrediti? Ascoltando questo pezzo ci si pone spesso questa domanda.

Se gli “sfigati”, i cui disagi psicologici preesistenti si sono scontrati con un territorio spietato come quello delle high schools americane dove subdolamente si accetta un determinato costrutto sociale volto a calpestare i propri simili pur di spiccare, raggiungono mentalmente il punto di non ritorno e agguantando un’arma (fin troppo facile da trovare negli Stati Uniti) decidono di porre fine al loro dolore provocandone altri ancora più grandi per provare un’ultima (o unica?) sensazione di terribile potere è colpa di coloro che ascoltano o di coloro che non hanno ascoltato (volutamente o meno) la loro pena?

"Scappa via con il tuo impeccabile simile"

I ragazzi che hanno imbracciato quei fucili erano “figli di buoni grembi”, come la citazione shakespeariana presente nella canzone e scritta nel calendario di Harris proprio nel giorno della festa della mamma, nati da famiglie normali in un normale sobborgo di una normale grande città americana.

Famiglie che ancora oggi si tormentano e colpevolizzano, perché non si erano accorti del mostro che giorno dopo giorno divorava l’anima dei loro figli.

Dopo è facile sentirsi tutti “redentori di questo mondo”, liquidando la sofferenza di vittime e carnefici con una colpa annacquata e priva di fondamento quando ancora risuonano gli spari.

Bath School (1927)

Virginia Tech (2007)

Sandy Hook Elementary School (2012)

Marjory Stoneman High School (2018)

Robb Elementary School (2022)

Forse potevano essere salvati, tutti quanti.

“15 candele

I redentori di questo mondo

dimorano nell'ipocrisia:

“Come potevamo saperlo?””




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