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"I don't like Mondays", i demoni di Brenda Spencer tra le onde dei Boomtown Rats

Chi non ha mai canticchiato quel famoso ritornello in una giornata come questa?

Superate le colonne d'Ercole della Domenica, ci si presenta in tutta la sua virulenta violenza il Lunedì; quell'oceano sterminato di incombenze e problemi che è l'intera

settimana si distende a partire da questo giorno che in pochi possono realmente amare in tutto e per tutto.


Bob Geldof, assieme ai suoi Boomtown Rats fondati nel 1975, si fa portabandiera di questa infausta sensazione portando una storia estrema e straziante come stendardo.

Quella canzone che tutti abbiamo cinguettato in realtà descrive una realtà sanguinolenta, sapientemente mascherata dalle armonie apparentemente concilianti di Geldof, Cott, Crowe,

Fingers, Roberts e Briquette.


Radio Nowhere blog: Musica

La triste e devastante realtà della giovane Brenda Spencer, che un Lunedì mattina come tanti decise di affacciarsi dalla finestra di casa sua con un fucile, aprendo il fuoco sul piazzale

di fronte alla Cleveland Elementary school e facendo una strage.


La storia di Brenda è un triste spaccato di disfunzionalità e dolore: una madre assente di nome e di fatto, un padre appassionato di armi e alcool, il conforto della droga per

fuggire dagli abusi e dalla mancanza di quella tenerezza che vedeva sempre quando guardava fuori dalla finestra dispensata a tutti quei bambini sorridenti; si incamminavano

verso il portone della scuola ridendo e vociando, un suono che a quasi tutti risulta bellissimo e confortante.

Quasi tutti.

Brenda in quei bambini, in quella felicità, in quella fiducia verso il futuro e gli altri vedeva solo ingiustizia.

Perché non ha mai potuto vivere quella leggerezza?

Perché lei ha potuto permettersi solo di avere paura, quando a tutti gli altri è stato concesso quello stato di grazia?


Quante volte si è fatta quelle domande, e la sua mente ottenebrata dal dolore, dal whiskey e dalle droghe ha trovato solo una risposta.

Il fucile regalato dal padre puntato verso tutta quella felicità a lei negata in un gelido Lunedì di Gennaio, nel 1979.

Venti minuti di odio scrosciarono sul selciato, portandosi via due vite e screziandolo del sangue di altre otto.

Asserragliata in casa sua, durante svariate negoziazioni, spiegò ad un giornalista le sue ragioni racchiuse in una frase.


"Non mi piacciono i Lunedì".


Tanto telegrafica quanto brutale.


Trenta caricatori svuotati in nome di una risposta pregna di odio e noia.


Il chip di silicio nella sua testa

Si è sovraccaricato

E nessuno andrà a scuola oggi

Li farà restare a casa

E papà non lo capisce

Diceva sempre che era una ragazza d'oro


Quella rispostà ispirò Bob Geldof, che la trasformò in una simpatica melodia con un testo profondo e terribile.

Un pezzo scandaloso che scalò le classifiche di quel 1979, mentre Brenda e i suoi demoni vennero rinchiusi per non poter uscire più.


Il Lunedì è sempre uno strazio.

Però esistono alcuni Lunedì più strazianti degli altri.


Dimmi perché!

Non mi piacciono i Lunedì.

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