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Immagine del redattoreDavide Bonamici

Il viaggio nel passato dei No More Code: Alienation

Aggiornamento: 15 ago

Ha da poco compiuto un anno il primo album dei No More Code, una band che sa ben miscelare le melodie del punk tipico degli anni ’90, ispirato a Blink 182, con quelle hair e nu metal tipiche di band come Guns’N’Roses e Linkin Park.

Alienation ci trasporta tra i riff graffianti degli anni ’80 e ’90, che sanno però adattarsi a ciò che la scena rock italiana necessita nel presente, ovvero quello di saper sperimentare senza darlo troppo a vedere. Perché la prima impressione potrebbe fregare, relegando l’album al classico disco di matrice heavy metal, ignorando le numerose influenze che si celano dietro ad ogni canzone e a come la band cerchi di unirle per creare un qualcosa che vada oltre alle banalità di cui è pregna la scena musicale italiana odierna.

Il disco inizia con due pezzi che potrebbero essere definiti punk metal, Animal e Kill the guitar riprendono le sonorità tipiche del punk anni ’90 e del primo nu-metal, sono quella scarica di energia che serve per iniziare ad ascoltare un album di questo genere e per proseguire il viaggio nell’alienazione dei No More Code.

Embittered e One last chance vedono un totale cambio di genere e di ritmo rispetto alle prime due tracce, si denota un passaggio a sonorità più legate all’hair metal tipico dei Guns, ma si sentono molti cenni di quel rap metal a cui si legano RATM e SOAD. E queste ultime influenze le si ritrovano anche in Mr. Jack e Lobotomy, vocalmente il ritmo tende a ricondursi a Kiedis, De La Rocha e Bennington; e le ultime due appena citate, rappresentano il concetto di adrenalina che vuoi ritrovare dopo una ballad. Perché prima di loro compare Shadow of your trails, la ballata metal dei No More Code che ricorda quelle degli anni ’80 e che accetta molto volentieri di affacciarsi a nuovi modi di interpretativi, ovvero quelli di avere un ritmo sempre molto costante e di non decadere in una lenta agonia alla fine di ogni ritornello.

Gli ultimi tre pezzi del disco sono molto differenti tra loro, perché in ognuno di essi si nota la mano di ogni singolo componente della band comasco-varesina. In Wolves è l’anima metal della band a prevalere, dal suono delle chitarre si evince la forte matrice Guns all’interno del gruppo. E allo stesso modo, ma con la forma del pop punk tipico di Blink 182 e Green Day, prende forma Yesterday, un pezzo molto dolce e in grado di essere altrettanto riflessivo. Infine, è l’unione delle due anime a dare vita a Spiderweb, canzone di chiusura dell’opera prima dei No More Code. Il brano ha una componente testuale che si lega molto alle tematiche punk, ma esse si incontrano molto bene con le sonorità nu-metal tipiche degli anni ’90 e dei primi del 2000.

I No More Code ci trasportano nel tempo e uniscono le influenze di ciascun membro della band per dare vita ad un album dirompente, energico e pregno di una novità ispirata ai grandi del passato musicale. Ci si aspettano nuovi lavori, per vedere se ci sarà una crescita continua e se la band avrà trovato il proprio percorso ideale per risvegliare il rock italiano dal torpore commerciale in cui è precipitato.

I No More Code sono: Alex Accardi (voce), Andrea Mastromonaco (Chitarra), Marco Le Rose (Chitarra ritmica), Erik Piccolo (basso) e Andrea Lussana (batteria).


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