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QUELLO CHE (FORSE)NON SAPETE SULL’IMPORTANZA DELLA MUSICA PER I NOSTRI AMICI ANIMALI

Vi siete mai chiesti se gli animali possano reagire alla musica? La risposta, amici lettori, è affermativa, e in realtà la musica incide molto più di quanto si pensi sulla vita di mammiferi, uccelli e anche insetti. La cosiddetta “Zoomusicologia” è arrivata a conclusioni molto interessanti e curiose, che hanno dimostrato che forse non siamo tanto differenti dal “selvaggio” mondo che ci circonda.

È ormai appurato, da tempo immemore, quanto la musica sia centrale nella nostra vita. Fin dall’alba dei tempi, infatti, siamo stati circondati da musica; basti pensare che il filosofo greco Pitagora, vissuto nel VI secolo a.C., affermò che la musica lega in armonia tutto il cosmo (si dice che fu lui ad inventare la scala delle note musicali), mentre Platone, a cavallo fra il V e il IV secolo a.C., definì proprio quella scala musicale come il “fondamento dell’anima del mondo”. E oggi, forse senza accorgercene, ascoltiamo (e produciamo) una “quantità” (se così si può definire) immensa di musica: dalle nostre playlist, alle radio, ma anche nelle pubblicità e nei film. Inconsciamente la musica fa parte delle nostre vite, ci circonda ed influenza più di quanto immaginiamo i nostri comportamenti. Ad esempio, quanti di noi quando sono stressati, prendono le cuffiette (qualcuno ancora un buon vinile) e ascoltano il loro pezzo preferito, o della musica classica. Questo perché, per natura, il nostro cervello è predisposto all’ascolto delle frequenze musicali, in particolare la zona destra del cervello (quella della creatività) è l’area interessata al carpire e connettere le sensazioni che la musica ci trasmette, mentre l’area sinistra (quella della razionalità) si concentra sul testo e sulle parole. In sostanza quando ascoltiamo un brano il nostro cervello si attiva e ci induce a tutte una serie di emozioni e sensazioni che coinvolgono il corpo. Esiste proprio una scienza che si occupa di studiare gli effetti della musica sugli organismi, ovvero la “Biomusicologia”. La domanda che questa disciplina è arrivata a porsi negli anni è se questi effetti che la musica ha su di noi, possano ripercuotersi anche su altri organismi non umani, cioè gli animali. E la risposta non ha tardato ad arrivare; secondo la Zoomusicologia, una delle branche della Biomusicologia, gli animali non solo “producono” musica, ma riescono in qualche modo a percepirla come riusciamo anche noi umani.

Gli animali, così hanno analizzato moltissimi scienziati, sono dei musicisti naturali. I loro versi, o meglio canti, vengono impiegati nei modi più disparati. Ad esempio, molte specie di uccelli utilizzano un canto diverso a seconda del messaggio che vogliono comunicare agli altri individui, o per corteggiare un eventuale partner. Alcune specie di corvi addirittura sono capaci di memorizzare e riprodurre suoni e melodie alla perfezione. Ma non sono solo gli uccelli a fare musica. Anche gli insetti come grilli e cicale, mammiferi come ad esempio lupi, pipistrelli (che con gli ultrasuoni riescono a cacciare le loro prede) e il più grande degli animali sulla terra: la balena. Pensate che il canto di questa straordinaria creatura riesce a “scavare” con le sue frequenze dentro l’acqua, raggiungendo anche i suoi simili lontani e funziona come un radar molto preciso e anche per il corteggiamento durante quella che gli scienziati chiamano proprio la “stagione canora” (dell’accoppiamento).  Ai cetologi (coloro che studiano i cetacei, cioè gli animali come balene e delfini) questo magico canto ricorda il canto umano, poiché sembra veramente composto da note, ed è talmente suggestivo che una parte registrata venne inserita nel “Voyager Golden Record”, il disco lanciato inserito nel 1977 nella sonda Voyager, per documentare, per eventuali extraterrestri, la vita sulla terra.

Gli animali, quindi, hanno una propria forma di musica, “scritta” e prodotta da loro. Ma come reagiscono invece alla nostra? Nel tempo siamo arrivati a interessanti risultati, frutto di numerosi esperimenti condotti su alcune specie di animali, in particolare quelli domestici (cioè cani e gatti) e quelli da bestiame (come mucche e maiali). Si è scoperto, infatti, che le reazioni mutano a seconda del genere musicale che essi ascoltano. La musica classica, ad esempio, rilassa cani e gatti mentre quella heavy metal tende ad agitarli o infastidirli. Ciò dipende dalle frequenze che avvertono, poiché, avendo un udito molto più sviluppato del nostro, questi animali carpiscono sfumature più profonde e che noi non riusciamo a percepire. Ed è questo che ha spinto l’artista Felix Pando a realizzare una serie di brani per gli animali domestici che, lasciati soli in casa, potrebbero essere tristi o in ansia. Questi pezzi, jazz e classici, sono stati creati con frequenze rilassanti per i nostri amici a quattro zampe con lo specifico scopo di tranquillizzarli e farli stare bene. Ma la musica incide ancora più intensamente anche sull’allevamento di animali più grandi di quelli domestici. Un esperimento dell’Università di Cracovia ha scoperto come i maiali crescano meglio se ascoltano Mozart. Nel dettaglio sono stati presi 60 maiali, a 30 di loro è stata fatta ascoltare una playlist degli Scorpions, band hard rock famosa negli anni ‘80 , e agli altri 30 maiali solo pezzi di Mozart; i maiali che ascoltavano Mozart ingrassavano più velocemente, poiché sembrava che la musica classica li rilassasse. Ma i maiali non sono gli unici a beneficiare degli effetti delle melodie di Mozart, Beethoven o Chopin. È stato dimostrato che ascoltando la musica classica, in particolare Vivaldi, le mucche producono più latte e di qualità superiore. Perciò si può appurare come la musica abbia anche degli effetti benefici e salutari sui nostri amici animali, sia dal punto di vista psicologico sia da quello fisico. <<Mens sana in corpore sano>> diceva il poeta romano Giovenale: e questo, quindi, non vale solo per noi umani, ma anche per gli animali.

Guardando tutto ciò viene da pensare che forse la musica sia qualcosa di lontano da noi, che l’uomo abbia solo migliorato qualcosa che esisteva già da millenni. In parte è così, ma secondo me la musica è quello che di più vivo c’è sulla terra: dal semplice battito a ritmo dello zoccolo di gnu sulla roccia, all’assolo di Joe Walsh e Don Felder degli Eagles in “Hotel California”, siamo tutti uniti, noi esseri viventi, da questa armonia totalmente naturale. E credo che non ci sia niente di più bello al mondo che essere legati dalla musica.

E voi cari lettori cosa ne pensate? Avete animali domestici a cui far sentire qualcosa? Fatecelo sapere nei commenti.

 

 


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