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L'uso della prospettiva nell'Ultima Cena di Leonardo da Vinci

Continuano le riflessioni sull'arte italiana e sullo ‘stile plastico,’ definizione che Roberto Longhi, il Duca della arte italiana, ci ha regalato, e soprattutto sulla spettacolarità dell'Arte rinascimentale dello ‘stivale’, detto anche ‘Bel Paese’ e anche sui motivi che portano la nostra arte il nostro stile rinascimentale essere uno stile internazionale, particolarmente accattivante dal punto di vista turistico, vendibile e spendibile in tutto il mondo. Un grande capolavoro dell’Italian style rimane ovviamente l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, nota anche con il nome di Cenacolo, dipinta fra il 1494 e il principio del 1498, è considerato il dipinto murale forse più importante al mondo, “cosa bellissima e maravigliosa”, come scrive Giorgio Vasari che, nelle sue Vite dei più eccellenti pittori, scultori ed architettori, parla anche di Leonardo e descrive il Cenacolo

Radio Nowhere blog: arte

Realizzato su commissione di Ludovico il Moro nel refettorio del convento adiacente al Santuario di S. Maria delle Grazie a Milano. Una realizzazione prospettica che si può incrociare facilmente, come accennato nelle prime narrazioni, con la realtà aumentata del mondo di internet, dei dispositivi multimediali;  l’augmented reality.

Nel Cenacolo di Leonardo, la prospettiva lineare centrale infatti è fondamentale: tutte le linee di fuga convergono sul volto di Cristo, rendendolo il fulcro matematico e spirituale, creando l'illusione che lo spazio dipinto si estenda dal refettorio reale.

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Leonardo combina questo con la prospettiva aerea (o naturale) per il paesaggio fuori dalle finestre, sfumando contorni e colori per dare profondità atmosferica e attraverso la luce e il chiaroscuro per accentuare il dramma emotivo e la figura di Cristo, creando un'integrazione perfetta tra architettura, natura e psicologia umana. Tutto questo trova puntuale riscontro nel Cenacolo, dove, più che in ogni altra opera leonardesca, è evidente l’attenzione di Leonardo per la raffigurazione – attraverso posture, gesti, espressioni – di quelli che lui stesso chiamava i “moti dell’animo”.

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Il Cenacolo rimane forse la testimonianza più completa del suo ingegno multiforme, del suo desiderio di sperimentare, della sua inesauribile curiosità. Nel periodo in cui lavora al dipinto, l’ultimo decennio del Quattrocento, Leonardo è infatti impegnato in studi di Pittore, architetto, scultore, ingegnere, inventore, matematico, anatomista, scrittore, incarna l’ideale uomo poliedrico sognato dal Rinascimento italiano impegnato in studi sulla luce, il suono, il movimento ma anche sulle emozioni umane e sulla loro espressione: è la definizione di "genio universale" del Rinascimento.


Di seguito il link all'espisodio completo di Narrazioni sull'Arte: https://www.mixcloud.com/RadioNowhereItalia/lorenzo-narrazioni-sullarte-ep7/


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