“There's a starman waiting in the sky
He'd like to come and meet us
But he thinks he'd blow our minds
There's a starman waiting in the sky
He's told us not to blow it
'Cause he knows it's all worthwhile
He told me
Let the children lose it Let the children use it Let all the children boogie”
Cosa avrebbe ci avrebbe detto se fosse sceso sulla terra ai giorni nostri…?
Era il 1972 quando avvenne un evento fuori dal comune. Nessuno quello che poi sarebbe accaduto; tutti conducevano tranquillamente le loro vite, serenamente, in una ripetitiva routine… come era stato per ogni giorno sino ad allora. Quando ecco che proprio una notte, forse di gennaio del 1972, non si sapeva bene che ora fosse, rimasero tutti allibiti e increduli. Egli parlò dalle radio, c’era chi chiamava gli amici, per sapere se avessero visto o meno i notiziari. Tutti ne erano al corrente, e molti lo avevano anche visto quell’evento. I bambini impazzirono e ballarono tutti quanti. Una grande luce quella notte scese sulla terra e avvolto in quella luce c’era lui, c’era Starman. Aspettava nei cieli, in mezzo alle stelle e ci osservava da tempo per poter capire se fossimo pronti o no alla venuta di Ziggy Stardust, l’“alieno” (in realtà Ziggy era un uomo, entrato in contatto con misteriose forze cosmiche) suo messaggero, che avrebbe portato in una sorta di messianica missione il glam rock su una terra ormai condannata. Per questo Starman era rimasto nello spazio, ad aspettare che fossimo pronti, con il timore che ci avrebbe sconvolti una volta mandato il suo messaggio sulla terra. Così avvenne, nessuno di noi era preparato né alla voce di uno Starman, né all’arrivo del glam rock sul nostro pianeta. Questa storia è una storia vera cari lettori…almeno in parte. Starman, Ziggy e i “ragni di Marte”, furono tutti frutto della mente geniale di David Bowie, che nel 1972 faceva uscire “The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spider From Mars”, uno dei più famosi album del percorso artistico dell'artista britannico; il disco segna il passaggio dalle note hippy dei precedenti album alle vistose tonalità del glam rock, che al tempo, fidatevi, fu una vera rivoluzione. Nel racconto musicale di Bowie, Starman avvisa la terra e noi umani per prepararci all’arrivo di Ziggy Stardust, personaggio con cui lo stesso cantante si identificava, e l’”alieno” ci portava un nuovo vangelo, tutto da ballare: il glam rock, un nuovo genere che si può riassumere in poche parole: glamour alla decima potenza, esibizioni vistose e scioccanti al limite dell’ambiguità sessuale; la semplice chitarra elettrica incontrava la più esagerata delle teatralità. Erano performance di grande effetto visivo, a cui molte persone non erano pronte. Infatti, il glam rock, in particolare quello di Bowie, anzi di Ziggy, sfidava molti stereotipi dell’epoca in particolare quello di genere. C’è un’intervista che venne fatta a Bowie/Ziggy durante il “Russell Harty Plus Pop”, in cui gli venne chiesto, riferendosi alle “bizzarre scarpe aliene” se fossero scarpe da uomo da donna o da bisessuale. Bowie/Ziggy rispose semplicemente che erano solo delle scarpe, nulla di più <<They are shoe-shoes, silly!>>. Decisamente a quel tempo non eravamo pronti a Starman e Ziggy Stardust, forse la nostra mente era troppo chiusa, forse il nostro mondo era un mondo diverso, meno aperto al nuovo. Il glam rock prosperò, certo, ma sempre visto con diffidenza e un pizzico di sdegno. E se Starman avesse sbagliato tempo? Ci vogliono anni luce per viaggiare nello spazio, forse era arrivato troppo presto nel 1972, nell’epoca sbagliata. Forse si era stancato di aspettare nei cieli e aveva deciso di apparire prima. O forse si era illuso pensando che le menti umane fossero pronte ad accogliere Ziggy e il glam rock. Forse se fosse disceso in un altro tempo, un tempo diverso, le cose sarebbero andate in un altro modo. E se Starman e Ziggy fossero entrati in contatto con noi oggi nel 2024 che mondo avrebbero trovato? Forse la modernità. O forse no.
Nel 1972 Starman interrompeva le trasmissioni radio per parlarci. Oggi probabilmente avrebbe parlato con noi tramite quel bizzarro dispositivo che è il nostro cellulare, e che sta sostituendo praticamente quasi ogni oggetto della nostra vita. Se abbiamo una domanda c’è Google, se dobbiamo comprare qualcosa c’è Amazon, se dobbiamo fare calcoli c’è la calcolatrice, un tutorial per cucinare una torta e via dicendo. E anche per sentire i nostri brani preferiti, in un attimo è tutto a portata di mano, dalla radio ai dischi. Starman avrebbe dovuto interrompere la nostra playlist sul telefono per entrare in contatto con noi. O forse avrebbe fatto prima a scriverci un messaggio. Infatti, se dobbiamo parlare con qualcuno, gli scriviamo… non serve più nemmeno chiamare ormai o anzi uscire di casa. E anche quando usciamo preferiamo stare chini sullo schermo, piuttosto che vedere le facce dei nostri simili. È tutto a portata di mano, o meglio di cellulare. Ziggy si sarebbe aggirato per le strade, magari cantando “Lady Stardust” e nessuno lo avrebbe notato, tutti chini su quello strano aggeggio. Non avremmo mai potuto vedere Ziggy se non vediamo neanche chi ci sta accanto. Starman poi avrebbe dovuto mandare non un unico messaggio ma tanti diversi, perché il mondo del 2024, ancora di più di quello del 1972, è un mondo diviso. È più facile odiare che accogliere quello che non si accetta. Questo principio che vige oggi si può osservare dalle notizie che si leggono tutti i giorni: Ziggy avrebbe visto minuscole barchette strapiene di persone in cerca di una casa, una ragazza che viene picchiata da qualcuno che dovrebbe amarla, e soltanto odio e odio, fino alle più grandi guerre del giorno d’oggi. E forse si sarebbero fermati tutti a guardare Ziggy e qualcuno avrebbe anche detto <<Noi non vogliamo i marziani>>, quando in realtà anche Ziggy è un essere umano. Sarebbe partito un tweet e poi un “contro” tweet che lo difendeva e altre centinaia di migliaia di tweet e di repost, soltanto per “odiare Ziggy Stardust” o “odiare chi odia Ziggy Stardust”. Che mondo confuso avrebbe pensato il nostro messaggero, maledicendo Starman per averlo mandato in quel posto così assurdo. Lui che era venuto solo per ballare e cantare. Starman, dallo spazio, avrebbe visto le immani guerre della terra mentre con sguardo confuso avrebbe visto che il pianeta stesso stava già bruciando: un enorme squarcio nell’ozono scrutava il pianeta come un occhio inquietante, mentre i più gravi cataclismi si abbattevano sulla terra, i ghiacciai che si scioglievano, i prati desertificavano , le acque evaporavano, e le risorse si esaurivano (basti pensare che l’overshoot day, il giorno in cui la terra esaurisce le risorse rinnovabili che è in grado di generare in un anno, cade sempre più presto, quest’anno il 19 Maggio). Starman avrebbe pensato di aver fatto un errore. Gli umani invece di preoccuparsi per la loro casa in fiamme, si preoccupavano solo del loro orticello e di far scorrere sangue. Che quell’aggeggio li stesse distraendo da quello che stava accadendo intorno a loro? Probabile, ma avrebbe richiamato Ziggy alla svelta, e avremmo assistito alla sua sconfitta. Forse alcuni lo avrebbero anche apprezzato, ma mai come Starman si sarebbe aspettato. La terra è ancora condannata. Forse non si tratta di apprezzare il glam rock, ma la figura in sé di Ziggy. Forse dovremmo provare a vedere ciò che il “nuovo” ci offre e non odiarlo in tronco. Che poi questa parola, “odio”, è una parola forte e spaventosa. Odio sta alla base di tutto quello che di brutto c’è nel mondo, dove c’è odio c’è la morte dell’alterità. l’uomo senza un “tu” che non è “io” è perso. Secondo Bowie incontrare altri esseri umani, da altri mondi, ci avrebbe reso felici… forse. E il nostro Ziggy volando via dalla terra, con i suoi “ragni di Marte”, avrebbe detto <<In cielo c’è un uomo delle stelle che dice: spassatevela ragazzi!>>. Dovremmo proprio spassarcela, è vero Ziggy hai ragione. Dovremmo, ballare e cantare senza pensieri, senza mai odiare, come fanno quei bambini in “Starman”.
“He told me
Let the children lose it
Let the children use it
Let all the children boogie”
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