Un ritornello che ripete in loop, e provocatoriamente, “Sei un Paese meraviglioso” e che ricorda il sound punk tipico di CCCP e Nerorgasmo (anche se più sperimentale). Un brano che parla delle meraviglie d’Italia, ma che non scorda le controversie che fanno parte della storia del belpaese.
Sei città, giocando con le parole e con il titolo del brano, vengono raccontate, sviscerate e messe alla prova dalle atmosfere taglienti dei Narratore Urbano.
La prima è Milano, la tanto decantata capitale della moda e della finanza, che ha tra le sue strade gioielli come l’arte e la cultura (il bacio di Hayez e la Bocconi), ma che non lesina a nascondere i propri segreti: come quel Pinelli morto alla maniera di Praga, precipitato dalla Questura di Milano, e quella bomba esplosa in Piazza Fontana, per cui ancora oggi fatichiamo a trovare i veri mandanti ed esecutori della strage.
E una strage è il collante che unisce alla seconda città, Bologna: anche lei vittima degli anni di piombo, con la stazione fatta saltare in aria dai movimenti neofascisti e quell’aereo che partì dai colli emiliani e venne misteriosamente disintegrato sopra i cieli di Ustica. La città, però, è nota per la sua abbondante cucina, per le due Torri degli Asinelli, il cantautorato mai troppo leggero e per essere da sempre una città di cultura e di accoglienza.
L’arte, invece, riempie le strade della terza città, Firenze. Qui si possono ammirare il David di Michelangelo, le opere architettoniche, gli affreschi secolari, gli Uffizi e quel sapore di Rinascimento che si odora tra i vicoli. Difficile trovare difetti, anche se l’ombra di una loggia chiamata P2 aleggia sulla città e non troppo lontano da lei, a Livorno, rimane avvolto nel mistero (e nelle fiamme) il ricordo del Moby Prince e di ciò che portò alla morte di quasi tutti i suoi passeggeri.
L’arte, la storia e le controversie le trovi anche tra le vie di Roma, la capitale d’Italia. Una città eterna, ricca di monumenti legati agli Antichi Romani, al lavoro di grandi scultori e pittori, ma a cui si legano anche pagine oscure: come quell’uomo che urlava slogan dal balcone di Piazza Venezia, l’omicidio di Aldo Moro, le opere malavitose della Magliana e quel fallito Golpe da un ex generale della X° Mas, Junio Valerio Borghese.
Napoli ha due volti, che convivono tra i Campi Flegrei, il Vesuvio e la storia archeologica di Ercolano e Pompei. Da una parte trovi un popolo accogliente, che fa sentire chiunque come se fosse a casa, mentre l’altro volto è permeato dalle vicende legate alla Camorra e alla Terra dei Fuochi, ma che comunque non scalfisce il grande animo dei napoletani.
Il collante che lega questa città e l’ultima delle sei, è il cibo. Se a Napoli trovi la grande cucina italiana, anche Palermo non scherza. Se da una parte ci sono pizza e spaghetti, nel capoluogo siciliano il palato si fa attirare dalla bontà di arancini e cannoli, ma anche dalla cultura arabo-normanna che ha lasciato segni indelebili e importanti sul volto della città. Palermo è da sempre aperta ed accogliente, ma deve purtroppo convivere col sangue che nel ventunesimo secolo ha macchiato le sue prestigiose strade: Falcone, Borsellino e tante altre persone oneste (Peppino Impastato e Rita Atria, giusto per fare due nomi) hanno trovato la morte combattendo contro un nemico molto forte e che si è legato a molti esponenti politici nazionali: quel nemico risponde al nome di Cosa Nostra, ma essa non è solo un affare di Palermo, perché il suo essere piovra si è diffuso ovunque.
Sei un Paese meraviglioso è un brano ricco di riferimenti, narrazioni legate alla cultura e alla storia delle sei città raccontate nei versi, ma è anche un viaggio nelle controversie e nelle zone d’ombra che la storia contemporanea d’Italia porta con sé. Il punk, con accenni alla new wave, infiamma le atmosfere e il racconto, dando una voce potente a chi ancora chiede giustizia e vuole risvegliare il sonno delle coscienze.
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