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Tra Freud e il femminismo: Penis Envy dei Crass

Aggiornamento: 15 ago

Pensis Envy dei Crass è forse il primo album interamente femminista della storia, perché critica aspramente le convenzioni sociali legate al matrimonio, alla figura della donna sottomessa agli uomini e che deve rispettare i canoni di bellezza imposti dagli uomini stessi, ma rimanendo sempre e comunque un passo indietro alla figura maschile, limitandosi ad essere un oggetto di sua proprietà ed espressione. 

Il disco riflette e riprende, come richiamato nel titolo Penis Envy, la teoria freudiana dell’invidia del pene, ovvero di quando l’infante inizia a competere con la figura materna per avere le attenzioni di quella paterna. I Crass decidono di sviscerare e ribaltare queste convinzioni, annunciando, tramite le voci femminili del gruppo Eve Libertine e Joy De Vivre, l’indipendenza e l’emancipazione della donna dall’uomo. 

Il disco si apre con una provocazione, in Bates Motel (ispirato a Psyco) le due narratrici chiedono all’uomo di sottomettere la figura della donna, di usarla per i propri scopi, di violentarla quando ne sente il bisogno e di ostacolarla nel momento in cui ella decida di provare a realizzarsi da sola e ad essere emancipata da lui. Subito dopo arriva la critica all’istituzione del matrimonio, che è sottomesso ed è riflesso del lavoro: Systemic Death è la storia di una coppia, dalla nascita al momento post-nozze, che è schiava del sistema improntato sul lavoro e il matrimonio è solo l’apparenza con cui manifestare quello che si può comprare da una vita dedicata al lavoro e rinnegando il significato vero del provare amore l’uno per l’altro e viceversa.

La figura femminile è comunque vittima dei canoni di bellezza stabiliti dagli uomini, Poison in a Pretty Pill traccia un ritratto di donna considerata bella solo se ispirata all’ideale hollywoodiano e che non ha facoltà intellettive, perché per l’uomo deve apparire come un oggetto da mettere in mostra e la bellezza deve viaggiare di pari passo con un basso quoziente intellettivo. What the Fuck, invece, è una critica all’uomo che per la propria brama di potere mira a combattere guerre e distruggere l’ambiente che lo circonda ed il clima. La medesima critica viene effettuata, più perentoriamente, in Where Next Columbus: l’uomo cambia e distorce la realtà e piega alle proprie convinzioni degli ideali, tutto in funzione di una propria brama di potere sulle persone che lo circondano. Vengono citati Marx e le dottrine che hanno cambiato i suoi ideali, Mussolini e l’odio delle camicie nere nei confronti del prossimo, Jung e le riflessioni sui sogni, Sartre e le riflessioni sulla realtà, Einstein e l’uso sbagliato delle sue scoperte, ed infine Gesù e le troppe interpretazioni errate dei suoi ideali. 

Dopo questa canzone, ne arrivano due che criticano il matrimonio e la figura della donna in esso: Berketes Bride rammenta quanto il matrimonio sia una prigione per la donna, che diviene un oggetto nelle mani dell’uomo e viene usata e consumata al piacimento del marito, che si riserva di scegliere sempre per lei. In Smother Love, invece, la donna viene sottomessa in nome dell’amore e si riduce ad essere la sola espressione dell’uomo, che la possiede e la convince che un rapporto di questo tipo sia normale e portandola ad assecondare questa visione del mondo. 

La donna è quindi vittima del sistema e della società maschilista, Health Surface lo ribadisce con ancora più forza, descrivendo la donna come un pezzo di carne malata che viene maneggiato dalle scelte degli uomini e il sistema non fa nulla per curare e proteggere la sua vita e la lascia in balìa di una visione distorta dell’amore. Il sistema è ancora criticato in Dry Weather, in cui esso prosciuga ed impoverisce le persone, anche ostacolando quelle donne che vorrebbero veder emancipata la propria figura e trovando indipendenza dalla repressione che il sistema stesso (quello dell’Inghilterra Thatcheriana ed ultraconservatrice) esercita nei suoi confronti. Il disco si chiude con l’ironica Our Wedding, in cui la donna, tramite il matrimonio, dichiara di volersi sottomettere ed obbedire ai desideri del marito, ma a lui chiede in cambio di sacrificare ogni rapporto che ha con altre donne e di dedicarsi solo ed esclusivamente a lei. 

Anche qui, come in tutto il disco, il matrimonio diviene un ostacolo per la realizzazione della figura della donna emancipata ed indipendente, favorendo la nascita di relazioni tossiche ed improntate sulle apparenze che il legame possa risaltare nella società e nelle relazioni personali. Penis Envy sviscera le teorie freudiane e reclama a gran voce quanto sia importante per la figura della donna essere emancipata e valorizzata, perché nell’Inghilterra del 1981 la donna non viene riconosciuta in quanto tale ed è succube di un sistema che la imprigiona come madre, sposa e sottomessa alla figura dell’uomo, ed alle sue pulsioni e desideri, svuotandola della coscienza e della propria indipendenza.        


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