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Immagine del redattoreRaffo Ferraro

ANEDDOTI: OLTRE 20 ANNI DI BATTAGLIE LEGALI PER BITTER SWEET SYMPHONY

Aggiornamento: 16 ago

Il 16 giugno del 1997 viene pubblicato il singolo Bitter Sweet Symphony dei Verve che dilaga nelle radio e che, qualche mese dopo, trascinerà l'album Urban Hymns al numero uno delle classifiche di mezzo mondo e a dieci dischi di platino con oltre 10 milioni di copie vendute (bei tempi quando la gente comprava i dischi...).

Penso che il riuscito videoclip del brano in cui il leader della band Richard Ashcroft canta camminando su un marciapiede e scontrandosi con chiunque incontri sia rimasto ben impresso ai non giovanissimi anche se, se osservate bene, noterete che le persone spesso cambiano traiettoria di proposito per urtarlo.

Quello che non tutti sanno è che il famosissimo riff orchestrale su cui si basa tutto il pezzo è stato campionato in loop da una versione di The Last Time contenuta nell'album The Rolling Stones Songbook realizzato dalla Andrew Oldham Orchestra nel 1966.

Andrew Loog Oldham è stato il primo manager dei Rolling Stones ed è una figura leggendaria, perché quando li ha agganciati aveva un anno meno di Mick Jagger e Keith Richards eppure già faceva l'addetto stampa per i Beatles a Londra. Per firmare i contratti, per capirci, aveva bisogno del consenso scritto dei genitori perché non era maggiorenne ma coltivava il sogno di diventare un "merdoso magnate adolescente".

Proprio Oldham plasma l'immagine dei Rolling Stones costringendoli anche a tagliare il sesto componente Ian Stewart perché sei sono troppi da ricordare per il pubblico e perché Stu ha un aspetto fisico che non c'entra nulla con quello degli altri. L'allora redattrice di Vogue Diana Vreeland definsce il fenomeno youtquakee, terremoto giovanile: "giovani gestiti da altri giovani, che costruiscono un'industria del divertimento indirizzata ad altri giovani ancora; giovani sul palco e nel pubblico; giovani dietro le quinte, con un blocco per appunti in mano e il libretto degli assegni in tasca".

Questo ragazzino qualche anno dopo, nel 1966, realizza un disco di rifacimenti orchestrali strumentali di brani degli Stones da cui Ashcroft attinge per Bitter Sweet Symphony. Il "prestito" però non sfugge alla ABKCO Music, la compagnia di proprietà del secondo manager degli Stones, Allen Klein, che detiene i diritti di parte del catalogo della storica band inglese. Così l'accordo è che Jagger e Richards, in qualità di autori dell'originale, siano riportati come compositori della musica e percepiscano il 50% dei diritti d'autore sul brano. Nonostante questa intesa, la ABKCO intenta in seguito una causa perché il sample utilizzato sarebbe più lungo rispetto a quanto concordato. Nel 2019 ultimo colpo di scena della querelle: gli Stones rinunciano a qualsiasi pretesa monetaria e in termini di crediti da quel momento in poi. Ashcroft ringrazia la magnanimità di Mick e Keith ma resta da capire se ha guadagnato qualcosa anche il merdoso magnate, ormai non più adolescente, che col suo riarrangiamento del brano - completamente diverso dall'originale - è stato il più importante tra le parti in causa per il successo planetario della canzone dei Verve.

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