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Immagine del redattoreDiletta H. Eisa

La voce di Robert Wright, il libro

Aggiornamento: 15 ago

Cenni di trama.

La verità è che siamo tutti tizi impauriti, vestiti a festa ma nascosti chissà dove nella speranza che qualcuno si accorga di noi.

Da quasi trent’anni sei il doppiatore ufficiale di uno degli attori più famosi e strapagati di Hollywood. Per il pubblico non hai neanche un nome, sei “la voce di Robert Wright”. Consacrare l’esistenza a un portento del cinema mondiale ha avuto il suo prezzo: rimanere nell’ombra. Sei comunque una star, ma dei titoli di coda. Quaranta film e tanta abnegazione ti hanno consentito di avere soldi, riconoscimenti, una bella casa nel centro di Roma. Una famiglia. Un giorno arriva la notizia: Robert si è suicidato nella sua villa in California. Ora sei la voce di un morto. La perdita del tuo dio ti lascia orfano. Dopo aver fatto parlare innumerevoli personaggi te ne resta solo uno da interpretare: te stesso. Stavolta non c’è copione, sei costretto a scendere dal palco, a togliere la maschera. E la finzione crolla. Chi sei adesso? Possibile che la tua vita sia stata solo un’inutile esibizione? Qualcosa dentro di te si rompe, ti sembra di impazzire, nemmeno la tua famiglia riesce ad aiutarti. Poi scorgi i primi indizi. Non sai cosa pensare quando intuisci che forse, come da dietro le quinte, qualcuno sta allestendo una terribile congiura ai tuoi danni… Per scoprire la verità devi finalmente vestire gli abiti del protagonista. E distruggere tutto.

Recensione.

Il silenzio. Il silenzio che nasconde e che rivela. Il silenzio che protegge. Il silenzio che morde e che cura le ferite. Il silenzio assordante di chi ha perso la sua strada.

Carlo Serafini è il doppiatore della star Hollywoodiana più amata di tutti i tempi. Ha consacrato vita e carriera a questo grande attore. È in gran parte merito suo se ha così successo anche in Italia, è grazie alle sue interpretazioni se arriva al pubblico l’intensità dei suoi personaggi. Sono per lui i sussulti delle persone che lo sentono ordinare al ristorante e si guardano intorno spaesati ed emozionati in cerca della Star tanto venerata.Di certo non sono mancati i riconoscimenti.

Carlo ha anche raggiunto una grande fama per il lavoro svolto. Ha vinto molti premi e ha la stima e il calore di tutti i fan che giornalmente affollano la sua pagina Facebook riempiendolo di complimenti. È lui la voce di Robert Wright, lo è più o meno da sempre. Lo è fino a quando arriva la notizia della fine di Robert, morto suicida nella sua casa californiana.

Ed è qui che accade il silenzio.

A Carlo non resta che l’ultimo personaggio da doppiare e interpretare: un morto. Non è depresso o inappetente o trasandato, ha semplicemente perso la sua voce. Non ha più niente da dire. Semplicemente… non sarebbe un romanzo di Sacha Naspini se fosse così facile, lui che riesce ogni volta a dare vita a personaggi così sfaccettati, intensi ed interessanti. Terribilmente umani.

Quando il silenzio di Carlo inizia veramente a farsi pesante anche la moglie Marta e il suo migliore amico Giacomo iniziano a preoccuparsi, a cercare di spronarlo e di farlo ragionare. Un incidente molto increscioso arriva a mettere a repentaglio la sua credibilità e la sua unica risposta è sempre quel sereno e inossidabile silenzio. Marta tenta l’ultima dolorosa mossa: prende le sue cose e se ne va. Silenzio, silenzio e silenzio in quella enorme e vuota casa.


“La verità è che siamo tutti tizi impauriti, vestiti a festa ma nascosti chissà dove nella speranza che qualcuno si accorga di noi.Da quasi trent’anni sei il doppiatore ufficiale di uno degli attori più famosi e strapagati di Hollywood. Per il pubblico non hai neanche un nome, sei ‘la voce di Robert Wright’”.


Carlo resta solo. Non parla ma riflette. A suo modo si racconta ed esce allo scoperto per noi. Mette in scena la sua più grande interpretazione, quella di se stesso.


“Robert Wright aveva tanti personaggi. Tu solo uno: lui. Ora camminavi come un terremotato che ha perso tutto. La stella polare alla quale avevi immolato l’esistenza non si era prodotta in un’esplosione colossale, da abbagliarci un’ultima volta: spenta e basta. Con lei, la tua voce”.


Da adesso c’è Carlo Serafini e basta. Carlo Serafini e i suoi spettri. Carlo Serafini e i suoi segreti. Un figlio avuto in tarda età e a cui ha dato troppe poche attenzioni. Una moglie che è allo stesso tempo croce e delizia dei suoi giorni. Un unico vero amico di cui non sa più se fidarsi o meno. Un lavoro che lo ha sempre assorbito molto, troppo, interamente.

Qual è la sua vera identità? È stato davvero molto bello, e a tratti anche inquietante, scoprirlo.


“Al tavolo di un bar qualcuno si sporgeva da una sedia vicina. ‘Scusate l’invadenza… Ci conosciamo?’. Conoscevano Robert Wright. Sentirti parlare attivava una sentinella emozionale che mandava la gente al manicomio: toccavi corde intime, evocavi mondi. Ma la tua faccia non diceva niente. […] Era un potere”. (p. 20)

Sacha Naspini è nato a Grosseto nel 1976. È autore di numerosi racconti e romanzi, tra i quali ricordiamo L’ingrato (2006), I sassi (2007), Cento per cento (2009), Le nostre assenze (2012), Il gran diavolo (2014) e Le Case del malcontento (2018 – Premio Città di Lugnano, Premio Città di Cave, finalista del Premio Città di Rieti; da questo romanzo è in fase di sviluppo una serie tv), Ossigeno (2019 – Premio Pinocchio Sherlock, Città di Collodi), I Cariolanti (2020) e Nives (2020). È tradotto o in corso di traduzione in Inghilterra, Canada, Stati Uniti, Francia, Grecia, Corea del Sud, Cina, Croazia, Russia e Spagna. Scrive per il cinema.


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