top of page

IL GUSTO DELLE COSE: LA NOSTRA RECENSIONE


Il gusto delle cose è un’opera molto particolare per tematica, ambientazione e per la delicatezza che utilizza nel tratteggiare i rapporti umani. Infatti, il regista pone al centro del suo lavoro il cibo, che forse è il vero protagonista della vicenda e che viene messo in mostra con una attenzione, un dettaglio e una raffinatezza davvero fuori dal comune. Tuttavia, la passione culinaria diventa anche metafora dello stretto legame sentimentale che intercorre tra Dodin Bouffant, padrone di casa e gourmet ricercato e la sua cuoca

Eugénie, che collabora con lui da circa vent’anni con doti straordinarie. L’elemento che va, però, in parte ad offuscare la qualità di questo film è la sua lunghezza, che, unita alla quasi totale assenza di azione, rende l’opera a volte pesante da seguire.


Recensione del film il gusto delle cose

Il gusto delle cose (Tran Anh Hùng, 2023), tratto dal romanzo La Vie et la Passion de Dodin-Bouffant, gourmet (Marcel Rouff, 1924), è sicuramente un film molto riuscito per la cura messa nella ricostruzione degli spazi e dei costumi, nella scelta delle luci e nella fotografia, che risultano corpose ed estremamente calde.


Tuttavia, il suo scorrimento lento e quasi privo del benché minimo avvenimento (lungi da me criticare i film scarsi di azione, spesso sono i migliori), rende i suoi ben 136 minuti di lunghezza davvero estenuanti per lo spettatore. Un film così, per essere gustato (e meriterebbe di esserlo) dovrebbe essere molto più contenuto nei tempi.

Quindi, a netto della sua originalità, del suo carattere estremamente poetico e della bravura degli interpreti, non mi sento di definirlo davvero un film di alta qualità.


In ogni caso, è giusto soffermarsi su alcuni aspetti di valore dell'opera.


La tematica stessa intorno alla quale ruota l'intero film, ad esempio, è accattivante. Il cibo è il nodo centrale del lavoro e i dettagli con i quali ci viene presentato risultano affascinanti, da un certo punto di vista. Sembra quasi di trovarsi di fronte ad un manuale di cucina, tanto sono scrupolose la ricostruzione delle varie ricette e la ricercatezza dei piatti preparati.

Il gusto delle cose è un'opera molto delicata, anche nel tratteggiare la realtà dei rapporti tra i personaggi.

Il film racconta, infatti, la quotidianità di una dimora benestante della Francia di fine Ottocento, nella quale vivono il gastronomo Dodin Bouffant e alcuni domestici. In particolare, spicca la figura di Eugénie, cuoca straordinaria, che condivide col padrone di casa un rapporto privilegiato, dal quale nasce un sentimento profondo. La passione che i due condividono per il cibo e per la cucina diventa quindi tenera metafora del loro intimo sentire reciproco.


Gli spazi sono quasi sempre dominati da prodotti alimentari, ne Il gusto delle cose. Troviamo tavole imbandite di ingredienti da cucinare ed unire sapientemente, pentoloni fumanti sul fuoco pieni di prelibatezze che stanno prendendo forma, piatti che vengono serviti a tavola con tanto di dettagliata descrizione dei loro nomi e del loro contenuto, sempre molto raffinato (d’altronde, i due protagonisti sono un gourmet e una cuoca dalle capacità eccezionali). Molto spazio è dedicato proprio al momento della preparazione, durante il quale la camera riprende da vicino gli strumenti utilizzati e le istruzioni che

Eugénie (o, talvolta, lo stesso Dodin) dà agli altri domestici.


Anche l’ambientazione del film è piacevole, sia per la già rammentata predilezione per un uso caldo e confortevole delle luci, sia per l’ubicazione stessa della dimora di Dodin Bouffant, che si trova immersa nella campagna, in una atmosfera bucolica e rassicurante. Quest’ultimo termine non deve ingannare, tuttavia, perché l’opera è tutt’altro che priva di una buona componente di tensione e di drammaticità.

Il gusto delle cose si potrebbe configurare come una pellicola di elevato valore, anche per la modalità con cui ci presenta i rapporti umani, ma è danneggiato, come accennato, dalla sua lunghezza che, a tratti, lo rende prolisso e difficile da seguire.


In ogni caso, il film ha ottenuto diversi riconoscimenti: oltre al Prix de la mise en scène al Festival di Cannes, è stato insignito del Premio César e del Premio Lumière ed ha ricevuto diverse candidature, tra lequali quella alla Palma d’oro di Cannes.

10 visualizzazioni0 commenti

Comments


bottom of page