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Immagine del redattoreRaffo Ferraro

GREENDALE DI NEIL YOUNG: UN OMICIDIO, UNA PRESENZA DEMONIACA, LA PRIVACY E L'AMBIENTALISMO

Aggiornamento: 16 ago

Nel 2003 Neil Young decide di realizzare una serie di canzoni con gli stessi protagonisti. Man mano che il lavoro procede si rende conto che la storia diventa organica e che il disco si sta trasformando in un concept album. All’epoca ha sempre con se un block notes in cui annota ogni idea e pensiero che può servire allo scopo. Per il disco, Greendale, chiama a suonare i fidati Crazy Horse che, dalla fine degli anni ‘60 a oggi, lo accompagnano nelle scorribande rock; quando invece cerca sonorità diverse pubblica album solisti collaborando con altri musicisti. Per Greendale si avvale però solo del batterista Ralph Molina e del bassista Billy Talbot in quanto decide di suonare l’unica chitarra. Prima che tale scelta possa sembrare eccessivamente estrema, giova ricordare che Young negli album e negli show esegue tutti gli assoli a differenza della maggior parte degli altri cantautori rock. Nel successivo tour il chitarrista Poncho Sanpedro, il componente mancante dei Crazy Horse, viene tuttavia ripescato anche se confinato alle tastiere.

Nelle note introduttive all’album Young ci spiega che percorreremo un viaggio assieme e che le canzoni parlano di un posto chiamato Greendale che è una valle verde (dale significa valle e green verde).

In questa cittadina immaginaria della California non risiedono molti abitanti, possono variare da 20 a 25.000 scherza nelle note. Ci sono montagne, fattorie e più avanti un oceano. A Greendale stanno per succedere alcuni avvenimenti fuori dall’ordinario: un omicidio, una morte accidentale causata dall'invadenza dei media, la vita di una famiglia per sempre cambiata, una presenza demoniaca (l'ispirazione alla celebre serie Twin Peaks di David Linch è piuttosto evidente). C'è anche la tematica ambientalista, da sempre cavallo di battaglia del rocker canadese.

Young, che mai aveva realizzato un concept album in precedenza, dedica grande entusiasmo alla promozione arrivando a riempire il proprio sito di carte geografiche di Greendale, disegni e perfino l’albero genealogico dei Green. Realizza anche un film amatoriale che viene distribuito e trasmesso in un maxischermo durante i concerti. Negli show ci sono inoltre scenografie e attori che interpretano i personaggi delle canzoni e che muovono le labbra quando Young canta i loro dialoghi come se fosse una sorta di vecchio musical.

Che Neil Young sia un tipo passionale e poco avvezzo ai compromessi si è capito l’anno scorso quando ha deciso di ritirare tutto il proprio catalogo da Spotify, rea di finanziare i podcast del no-vax Joe Rogan.

Mesi prima che l’album fosse dato alle stampe si è imbarcato in un tour acustico in cui la prima parte dei concerti era dedicata a queste canzoni, all’epoca inedite. In seguito all’uscita di Greendale lo ha invece promosso in forma elettrica. E proprio questi show saranno i protagonisti della puntata di stasera di Love you Live in onda alle 21 in cui ogni singola canzone sarà analizzata e raccontata.

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